COSA SONO?

L’assunzione di cibo, per la sua capacità di indurre piacere olfattivo, visivo e gustativo, è spesso indipendentemente da una reale necessità fisiologica dettata dalla fame; più spesso è motivata da una motivazione psicologica, correlata a un disagio emotivo, a difficoltà a regolare emozioni intense.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) indicano un complesso rapporto dell’individuo con il cibo e con il corpo: l’alimentazione ha caratteristiche disordinate, restrittive o eccessive, ossessive e ritualistiche; il cibo è anestetico, consolazione, punizione, una vera e propria sostanza psicotropa di auto-cura di un profondo disagio emotivo. L’uso di cibi ricchi di zuccheri e grassi, junk food, favorisce infatti l’insorgenza di veri e propri stati di craving, astinenza e dipendenza.
Il corpo è negletto e percepito in modo alterato: è inadeguato, grasso, brutto e socialmente non accettabile; ciò influenza negativamente l’ autostima e l’amabilità, favorendo l’insorgere di quadri depressivi secondari al DCA.
L’alimentazione sregolata compromette la salute di tutti gli apparati del corpo (cardiovascolare, intestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, dermatologico) e il tasso di mortalità per disordine del comportamento alimentare è del 3%. .

COME SI RICONOSCONO?

I più diffusi e conosciuti disturbi del comportamento alimentare sono: anoressia, bulimia e binge eating disorder (o disturbo dell’alimentazione incontrollata). Forme meno conosciute, ma in aumento, sono la night eating syndrome, il nibbling (spiluccamento), la bigoressia e l’ortoressia. 

Bulimia nervosa
ricorrenti abbuffate;
adozione di condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, es. vomito autoindotto, uso di purganti, digiuno, eccessivo esercizio fisico, ecc..
i livelli di autostima sono influenzati dalla forma e dal peso corporeo.

Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED):
abbuffate;
sovralimentazione anche durante i pasti;
marcato disagio per la propria alimentazione incontrollata;
l’alimentazione incontrollata non è associata all’uso regolare di condotte compensatorie;

Anoressia nervosa :
rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al minimo previsto per l’età e la statura;
paura di diventare grassi, anche quando si è sottopeso;
il peso e la forma del corpo influenzano il livello di autostima;
mancanza della consapevolezza della gravità della propria magrezza; disturbo della propria immagine corporea

Bigoressia:
ossessione di essere esile;
sovrallenamenti compulsivi;
assunzione di steroidi o anabolizzanti, dieta squilibrata a base di cibi iperproteici;
la preoccupazione riguardo la propria forma fisica provoca sofferenza e interferisce con il funzionamento scolastico, lavorativo, relazionale dell’individuo.

Night Eating Syndrome :
compulsiva alimentazione nel periodo serale e notturno;
difficoltà ad addormentarsi e necessità di mangiare prima dell’addormentamento;
frequenti risvegli notturni con necessità di mangiare per riuscire a riprendere sonno;
non vengono utilizzate manovre di eliminazione quali induzione del vomito, abuso di diuretici o lassativi e spesso si verificano un sovrappeso o obesità. Il comportamento compensatorio più tipico è quello di mangiare poco o nulla durante il giorno;
non sussiste preoccupazione per il peso e per le forme corporee;

 

 

Ortoressia:
controllo ossessivo degli ingredienti contenuto nel pasto;
timore costante di contaminare il proprio corpo;
disgusto nel cibarsi con sostanze non naturali;
desiderio continuo di depurarsi;
severità con se stessi e senso di colpa quando si trasgredisce alla dieta;
disapprovazione per le persone che mangiano in modo normale;

COSA SI PUO’ FARE
I disturbi del comportamento alimentare coinvolgono attualmente, in Italia, circa il 4% della popolazione, con un progressivo coinvolgimento dell’età evolutiva e un maggior frequenza di uomini, rispetto al passato.
La psicoterapia cognitivo-costruttivista, costituisce un modello operativo evidence-based; recenti studi inoltre sottolineano l’importanza di integrare il percorso di cura con lo sviluppo di abilità mindfulness eating (consapevolezza della condotta alimentare) e di affrontare, laddove presenti, ricordi traumatici, attraverso protocolli EMDR ( Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
Lo studio di psicoterapia Make offre un trattamento ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) di matrice cognitivista, integrato con le più recenti conoscenze che derivano dalla teoria costruttivista, evoluzionistica e dalla metodologia narrativa, EMDR nonchè dai nuovi modelli mindfulness based.